Al via un nuovo bando dedicato a “Fabbrica intelligente, Agrifood, Scienze della vita” e “Calcolo ad alte prestazioni”.

Sei pronto ad usufruire di una nuova opportunità per la tua azienda? Grazie ad IBS e ai servizi di Finanza Agevolata saremo in grado di aiutare la tua azienda a sviluppare nuovi processi e migliorare il rendimento della tua attività.

Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha infatti deliberato per mezzo del Decreto Ministeriale 2 Agosto 2019 un nuovo intervento agevolativo a  favore dei progetti di ricerca e sviluppo promossi nell’ambito delle aree tecnologiche:

  • Fabbrica intelligente
  • Agrifood
  • Scienze della vita
  • Calcolo ad alte prestazioni

Come Funziona il nuovo Bando

L’intervento agevolativo verrà attuato secondo una procedura valutativa negoziale, prevista per gli Accordi per l’innovazione, ai sensi del decreto ministeriale 24 maggio 2017, per i progetti con costi ammissibili compresi tra 5 e 40 milioni di euro nell’ambito delle aree tecnologiche “Fabbrica intelligente” , “Agrifood”, “Scienze della vita” e “Calcolo ad alte prestazioni”.

Relativamente alla tematica “Calcolo ad alte prestazioni” si tratta del cofinanziamento delle proposte progettuali delle imprese italiane selezionate nei bandi emanati nel corso del 2019 dall’impresa comune di elaborazione elettronica di elevata prestazione (EuroHPC) istituita ai sensi del regolamento n. (UE) 2018/1488 del Consiglio europeo.

Le risorse a disposizione

All’intervento sono assegnate risorse pari a 190 milioni di euro di cui 140 a valere sulle risorse del Fondo per la crescita sostenibile e 50 milioni di euro a valere sulle economie derivanti dalle risorse destinate alle aree svantaggiate del paese dal Piano di Azione e Coesione 2007-2013.

Le risorse sono destinate come segue:

per settore applicativo e per territorio

  • 72 milioni di euro al settore “Fabbrica intelligente”, di cui 20 milioni riservati agli interventi da realizzare nelle regioni “ex obiettivo convergenza”: Calabria, Campania, Puglia, Sicilia;
  • 42 milioni di euro al settore “Agrifood”, di cui 12 milioni riservati agli interventi da realizzare nelle regioni “ex obiettivo convergenza”: Calabria, Campania, Puglia, Sicilia;
  • 52 milioni di euro al settore “Scienze della vita”, di cui 18 milioni riservati agli interventi da realizzare nelle regioni “ex obiettivo convergenza”: Calabria, Campania, Puglia, Sicilia;
  • 24 milioni di euro al settore “Calcolo ad alte prestazioni”.

A chi si rivolge

I soggetti ammissibili sono le imprese di qualsiasi dimensione che esercitano attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria (attività di cui all’art. 2195 del c.c., nn. 1, 3 e 5), e i centri di ricerca. Per i soli progetti congiunti (fino a cinque), anche gli Organismi di ricerca e, per i progetti del settore applicativo “Agrifood”, anche le imprese agricole che esercitano le attività di cui all’art. 2135 c.c.

Le agevolazioni sono concedibili nella forma del contributo alla spesa e del finanziamento agevolato, in misura coerente con i limiti fissati dal regolamento (UE) n. 651/2014.

All’apertura dei termini per la presentazione delle domande e alla definizione, in particolare, dei relativi modelli e dei criteri di valutazione dei progetti si provvede con decreto direttoriale, in corso di adozione.

Vuoi accedere a questo Bando?

IBS Consulting, grazie alla sua decennale esperienza e presenza sul mercato può essere il tuo partner ideale per poter accedere al bando in questione. Entra in contatto con noi compilando il form sottostante e un nostro consulente risponderà in breve tempo per fissare un primo incontro conoscitivo e valutare la possibilità all’accesso al credito agevolato. Non aspettare entra in contatto con noi.

Codice della Crisi d’impresa, Strumenti ed Indicatori da monitorare per prevenire in tempo utile.

Cos’è il codice di crisi d’impresa?

Il Codice della crisi d’impresa è uno strumento che disciplina le procedure di allerta che le imprese devono attivare per la rilevazione tempestiva della crisi.

Sempre troppo spesso le imprese si trovano a gestire situazioni di allerta e di crisi con tempi e procedure poco tempestive ed efficaci dando a vita a situazioni incontrollabili e irrecuperabili. Per questo le società devono prevedere adeguati assetti organizzativi per rilevare in tempo utile lo stato di difficoltà e adottare misure idonee per la sua risoluzione.

Inoltre, i soggetti ai quali si applica la procedura di allerta devono tenere conto di appositi indicatori di crisi per misurare gli eventuali squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario.

Il nuovo Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza (D.Lgs. n. 14/2019), con riferimento all’istituto dell’allerta, ha previsto l’entrata in vigore scaglionata nel tempo delle relative norme ivi contenute.
Il 16 marzo 2019, in particolare, sono entrate in vigore le norme relative all’adeguamento degli assetti organizzativi dell’impresa indispensabili per la rilevazione tempestiva della crisi aziendale nonché tutte quelle norme civilistiche attinenti.
Entro il 16 dicembre 2019, le aziende dovranno provvedere alle nomine relative agli organi di controllo, poiché la riforma ha previsto la modifica del terzo e quarto comma dell’art. 2477 c.c. con la previsione dell’obbligatorietà della nomina di tale organo in ipotesi diverse da quelle “tradizionali” (redazione del bilancio consolidato e società controllata soggetta all’obbligo di revisione legale dei conti).
Viene, infatti, abbassata la soglia dei limiti prima coincidenti con quelli previsti per la redazione del bilancio in forma abbreviata (art. 2435-bis c.c.) per cui la nomina dell’organo di controllo o del revisore diviene obbligatoria quando vengono superati per almeno due esercizi consecutivi come minimo uno dei limiti rappresentati da:
  • totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 2 milioni di euro;
  • ricavi delle vendite e delle prestazioni: 2 milioni di euro;
  • dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 10 unità.

Indicatori della crisi

I soggetti ai quali si applica la procedura di allerta devono tenere in considerazione appositi indicatori di crisi che vengono così definiti: “gli squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale svolta dal debitore, tenuto conto della data di costituzione e di inizio dell’attività, rilevabili attraverso appositi indici che diano evidenza della sostenibilità dei debiti per almeno i sei mesi successivi e delle prospettive di continuità aziendale per l’esercizio in corso o, quando la durata residua dell’esercizio al momento della valutazione è inferiore a sei mesi, per i sei mesi successivi.
A questi fini, sono indici significativi quelli che misurano la sostenibilità degli oneri dell’indebitamento con i flussi di cassa che l’impresa è in grado di generare e l’adeguatezza dei mezzi propri rispetto a quelli di terzi”.
Si tratta di indicatori che vengono enucleati soltanto in via esemplificativa: viene rimesso ad un organo tecnicamente qualificato (il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili – CNDCEC) il compito di elaborare con cadenza almeno triennale quegli indici che “fanno ragionevolmente presumere la sussistenza di uno stato di crisi dell’impresa”.
In proposito è da ritenere che nel decreto del MEF – documento nel quale troveranno sede gli indicatori elaborati dal CNDCEC – si osserverà una distinzione in base all’attività che l’impresa (anche in forma collettiva) svolge. Tanto è vero che, nell’ottica di costruire indici che si attagliano alle concrete realtà aziendali, il legislatore (art. 13, co. 2) impone al Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti di elaborare indici specifici con riguardo a:
  • start up innovative (di cui al D.L. n. 179/2012, conv. in l. n. 221/2012;
  • PMI innovative (di cui al D.L. n. 3/2015, conv. con mod. dalla l. n. 33/2015);
  • società in liquidazione;
  • imprese costituite da meno di due anni.
Il CNDCEC presenterà gli indici indicativi della crisi d’impresa al Ministero dell’Economia e finanze nei prossimi giorni.

Inidoneità degli indicatori di crisi

In ogni caso, allo scopo di tenere conto delle specificità delle singole imprese che potrebbero rendere “gli indici elaborati concretamente inidonei a evidenziare la possibile situazione di crisi” è ben possibile che l’ente (individuale o collettivo) se ne discosti ma in tale ipotesi dovrà:
  • specificare nella nota integrativa le ragioni di un siffatto scostamento;
  • indicare gli indici idonei “a far ragionevolmente presumere la sussistenza del suo stato di crisi” (art. 13, co. 3).
Sarà comunque necessario che un professionista indipendente attesti l’adeguatezza degli indici adottati rispetto alle specificità dell’impresa. In questo modo a partire dall’esercizio successivo gli indicatori della crisi saranno quelli di cui alla nota integrativa (con allegata attestazione).
IBS Consulting ha dato vita ad un nuovo servizio dedicato alla Crisi di Allerta denominato Sistemi di Allerta dove i nostro consulenti e professionisti saranno in grado di analizzare, monitorare e agire per evitare spiacevoli situazioni. Ricordiamo l’importanza della nomina di un revisore legale in conformità alla nuovo Codice della crisi.
Se vuoi ricevere maggiori informazioni, dettagli o fissare un primo appuntamento con un nostro consulente compila il form sottostante. Scegli IBS Consulting e Sistemi di Allerta.

Fondo Faber, regione Lombardia per le PMI

Buone notizie per tutte le aziende artigiane lombarde, infatti, riapre per una terza fase il bando Faber di Regione Lombardia, che offre  un contributo a fondo perduto per l’acquisto di macchinari e software per l’innovazione.

Grazie ad un emendamento al bilancio presentato dal consigliere bresciano di Forza Italia, Gabriele Barucco, e approvato dal Consiglio regionale, ci sono altri 5 milioni di euro a disposizione degli artigiani per affrontare il futuro. Futuro sempre più complicato vista l’alta competizione internazionale.

Grazie a questa nuova “spinta” le aziende lombarde potranno affrontare nuovi investimenti in macchinari e software per migliorare processi e flussi produttivi interni.

«Con l’emendamento presentato – afferma il consigliere regionale Gabriele Barucco – riapriamo per una terza fase il bando Faber. Un importante strumento a disposizione degli artigiani, per contribuire a fondo perduto all’acquisto di macchinari e di software per l’innovazione, prova ne sia che ogni volta che viene riaperto l’ammontare disponibile viene sempre esaurito».

Dati interessanti per la provincia di Brescia

Solo nella provincia di Brescia nel 2019 sono stati erogati oltre 1,2 milioni di euro alle imprese artigiane e il secondo bando ha chiuso in anticipo per la fine dei contributi, interamente assegnati nei primi giorni di apertura.

Secondo fonti della regione, nei sette mesi dell’anno gli investimenti stimolati e parzialmente finanziati, in macchinari e software per la modernizzazione e l’efficientamento delle aziende artigiane bresciane sono stati in totale 4.364.600 euro, mentre i fondi stanziati per due bandi nel 2019 sono stati 4.604.005 euro.

Adesso, con questo emendamento, si aggiungono altri 5 milioni.

«Queste risorse – conclude Barucco – consentono di fare il salto dall’artigianato classico al mondo dei maker: risollevando anche le catene dell’indotto, messe a dura prova dalle crisi aziendali che purtroppo insistono sul nostro territorio».

Noi di IBS Consulting vogliamo lavorare al vostro fianco per aiutarvi ad accedere a questi preziosi strumenti di Finanza Agevolata che possono fare la differenza in molte aziende dove molto spesso le risorse per ricerca e sviluppo sono sempre limitate per cause e fattori di crisi.

Contattaci e richiedi un incontro per analizzare la tua situazione e valutare concretamente l’opportunità di accedere ai fondi.

Erogazione del contributo Nuova Sabatini, novità per le PMI

Sono state introdotte dalla circolare direttoriale n. 296976 del 22 luglio 2019 nuove modalità operative per la richiesta di erogazione del contributo.

Fermo restando che la trasmissione della documentazione deve essere effettuata secondo il piano temporale già in vigore, il nuovo iter di richiesta di erogazione consente alle PMI beneficiarie, previo accesso alla Piattaforma Informatica, la compilazione guidata della:

  • Dichiarazione di ultimazione dell’investimento (di seguito: modulo DUI) contenente l’elenco dei beni oggetto di agevolazione, da inoltrare al Ministero tramite Piattaforma, previa apposizione della firma digitale del legale rappresentante o del procuratore;
  • Richiesta Unica di erogazione (di seguito: modulo RU) contenente tutte le singole quote annuali di contributo previste dal piano temporale di liquidazione indicato nel decreto di concessione, da inoltrare al Ministero tramite piattaforma, previa apposizione della firma digitale del legale rappresentante o del procuratore.
  • Richiesta di Pagamento (di seguito: modulo RP) che attiva il pagamento di ciascuna quota successiva alla prima, da presentare annualmente al Ministero, in via esclusivamente telematica attraverso la procedura disponibile nella piattaforma.

Inoltre, al fine di agevolare la fase transitoria, le PMI che abbiano già richiesto una o più quote del contributo sulla base delle modalità operative previgenti alla data del 22 luglio 2019 devono compilare e trasmettere al Ministero, in via esclusivamente telematica attraverso la procedura disponibile nella piattaforma, la Richiesta di erogazione delle Quote di contributo Rimanenti (di seguito: modulo RQR).

Erogazione del contributo in un’unica soluzione per i finanziamenti di importo non superiore a 100 mila euro

In seguito al recepimento dell’articolo 20, comma 1, lettera b) del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34 (decreto Crescita), convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, per le domande di agevolazione che presentano un finanziamento deliberato di importo non superiore a 100 mila euro, presentate dalle imprese alle banche e agli intermediari finanziari a decorrere dal 1° maggio 2019, il contributo è erogato dal Ministero alla PMI beneficiaria in un’unica soluzione, con le modalità e nei termini previsti dalla vigente disciplina della misura agevolativa per l’erogazione della prima quota.

Hai le idee confuse in merito alla Nuova Sabatini?

Entra in contatto con IBS Consulting, sarà per noi un piacere poterti essere d’aiuto ad ottenere la corretta agevolazione per la tua azienda. Da anni, per mezzo di strumenti di finanza agevolata aiutiamo le aziende ad essere più competitive e performanti.

Compila il form seguente per richiedere un incontro.

Sei alla ricerca di nuovi bandi e opportunità per agevolazioni finanziarie che possano far decollare la tua attività?

Regione Lombardia concede contributi a fondo perduto su tre tipologie di interventi:

  • acquisto di servizi dai centri di ricerca,
  • partecipazione allo Sme Instrument fase 2
  • supporto ai progetti di brevettazione europea/internazionale

IBS Consulting vuole introdurre il Bando Innodriver pensato da Regione Lombardia per tutte le PMI del territorio.

Il bando agevolato ha l’obiettivo di sostenere le imprese che effettuano investimenti in ricerca tecnologica e hanno in previsione il deposito di brevetti per nuovi prodotti e servizi.

La dotazione finanziaria complessiva è di 11 milioni di euro come contributo a fondo perduto, gli aiuti si inseriscono nel Programma Operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – FESR 2014 – 2020 e sono suddivisi in tre sezioni a seconda della tipologia di progetto:

  • 7,4 milioni di € misura A – Collaborazione tra PMI e centri di ricerca
  • 600 mila € misura B – Supporto alle proposte che hanno ottenuto il “Seal of Excellence” nella fase 1 “strumento per le PMI” di Horizon 2020
  • 3 milioni di € misura C – Supporto ai processi di brevettazione – bando esaurito il 28 settembre

La Misura A si rivolge a tutte le PMI i cui obiettivi sono incentrati nella realizzazione di progetti di innovazione tecnologica di processo e di prodotto: gli obiettivi di queste aziende sono quindi legati all’incremento di produttività ed efficienza nel ciclo produttivo di beni e servizi e alla creazione di nuovi mercati progettando prodotti originali o aumentando la varietà di quelli esistenti.

Il progetto deve essere realizzato mediante una collaborazione con centri di ricerca accreditati, al fine di stimolare sinergie continue fra enti e organismi con queste realtà.

Le PMI che possono partecipare al bando devono appartenere ad una delle seguenti aree di specializzazione:

  • Aerospaziale,
  • Agroalimentare,
  • Eco-industria,
  • Manifatturiero avanzato,
  • mobilità sostenibile,
  • Industrie di salute,
  • Creative e culturali,
  • Smart Cities e Communities.

La Misura B consiste nella concessione di finanziamenti alle PMI lombarde innovative dotate di certificazione “Seal of Excellence” rilasciata dall’Unione Europea: l’attestato conferma l’eccellenza dei progetti di innovazione tecnologia presentati per i bandi europei di Horizon 2020 non finanziati a causa dell’esaurimento delle risorse stanziate.

Per sanare quindi la mancanza di fondi dell’Unione Europea, la Regione Lombardia ha stabilito di stanziare 600.000 euro per queste imprese: ogni progetto potrà essere finanziato fino ad un massimo di 30.000 euro.

Come le PMI Lombarde devono inviare la richiesta di Partecipazione al Bando Innodriver?

Molto semplicemente, noi di IBS Consulting siamo al vostro servizio e a vostra disposizione per tutti i chiarimenti e approfondimenti del caso. Da anni ci occupiamo di Finanza Agevolata, Bandi a Fondo Perduto e altri servizi dedicati alle aziende lombarde.

Per questo ti chiediamo di entrare direttamente in contatto con noi per poter accedere al Bando Innodriver, saremo felici di rispondere a tutte le vostre domande. Compila il form sottostante.

 

IBS Consulting e Patent Box.

Se sei arrivato a questa news è perchè probabilmente avrai avuto modo di leggere la nostra guida mirata al Patent Box. Agevolazione fiscale molto importante e utile per tutte le aziende che ne possono richiedere l’accesso.

Se ancora non conosci o non hai scoperto i dettagli del Patent Box ti invitiamo a leggere sul nostro sito tutte le informazioni che abbiamo redatto per condividere con voi i dettagli base.

IBS Consulting infatti vuole fornire a tutte le aziende e PMI la possibilità di conoscere più da vicino questa agevolazione, ecco il nostro approccio:

  •  svolgimento di uno studio di fattibilità volto a comprendere il potenziale beneficio fruibile dall’azienda qualora accedesse al regime PATENT BOX e ad individuare i beni immateriali agevolabili;
  • sulla scorta degli esiti dello studio di fattibilità , si procederà con la predisposizione dell’istanza;
  • l’azienda potrà decidere se utilizzare le modalità pre Decreto Crescita o quelle dettate dal Decreto Crescita.

Anticipiamo in oltre che per il mese di Settembre organizzeremo un convegno mirato al Patent Box, per riservare la vostra partecipazione potete compilare il form di contatto sottostante.

Continuate a leggerci e seguirci per essere sempre aggiornati sul mondo della finanza agevolata, dell’industria 4.0 e altri servizi.

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Reddito Agevolabile? Scopri come si determina con IBS Consulting

DETERMINAZIONE DEL REDDITO AGEVOLABILE

L’articolo 7 del decreto Patent Box dettaglia le modalità di determinazione del reddito agevolabile ascrivibile all’utilizzo dei beni immateriali oggetto di incentivazione, distinguendo l’utilizzo diretto dalla concessione in uso.

Nel caso di utilizzo diretto, il comma 3 di tale articolo prescrive che, per ciascun bene immateriale oggetto dell’opzione, deve essere individuato il reddito agevolabile (definito, dalla norma primaria e dal decreto attuativo, anche come contributo economico o, dalla relazione illustrativa al decreto attuativo, come reddito figurativo) che ha concorso algebricamente a formare il reddito d’impresa o la perdita.

Tale previsione dà contenuto al principio recato dall’articolo 1, comma 39, terzo periodo, della legge di stabilità 2015 ai sensi del quale “la procedura di ruling ha ad oggetto la determinazione, in via preventiva e in contraddittorio con l’Agenzia delle entrate, dell’ammontare dei componenti positivi di reddito impliciti e dei criteri per l’individuazione dei componenti negativi riferibili ai predetti componenti positivi”. Le modalità di determinazione del reddito agevolabile in caso di utilizzo diretto sono illustrate nel paragrafo 6.1.

Nel caso di concessione in uso (utilizzo indiretto), il comma 2 dell’articolo 7 del decreto Patent Box dispone che il reddito agevolabile è costituito dai canoni derivanti dalla concessione in uso dei beni immateriali, al netto dei costi fiscalmente rilevanti diretti e indiretti a essi connessi. Le modalità di determinazione del reddito agevolabile in caso di utilizzo indiretto sono rese nel paragrafo 6.2.

La documentazione a corredo dell’istanza da presentarsi nei 150 giorni da parte del contribuente deve permettere di ricostruire in modo dettagliato il reddito agevolabile per il primo periodo di esercizio dell’opzione. Posto che come chiarito nel paragrafo 8 l’accordo verterà sui criteri e metodi di determinazione del reddito agevolabile, per comprendere la coerenza degli stessi, è necessario quantificare il reddito agevolabile del primo periodo al fine di dimostrare la coerenza dei criteri e dei metodi scelti con il risultato ottenuto. In questa procedura, nessuna documentazione deve essere presentata ai fini della determinazione del nexus ratio.

Di fondamentale importanza è la distinzione tra costi “diretti” ed “indiretti” di cui si parlerà nel paragrafo 6.4.

6.1 Determinazione del reddito agevolabile in caso di utilizzo diretto

In caso di utilizzo diretto dei beni immateriali è necessario determinare il contributo economico fornito da ciascun bene immateriale oggetto di agevolazione al reddito complessivo (o perdita) realizzato nell’ambito dell’attività d’impresa.

Il contributo economico consiste nella quota di reddito (o perdita) di impresa ascrivibile al bene o ai beni immateriali, incorporata nel reddito complessivo (o nella perdita complessiva) derivante dall’attività d’impresa, che il soggetto beneficiario non avrebbe realizzato in assenza del bene immateriale stesso.

Tale reddito (o perdita) figurativo è il risultato del “conto economico virtuale” riferibile al bene immateriale, che tiene conto, per la parte delle componenti positive, della “royalty implicita” sul bene intangibile incorporata nel prezzo di vendita del bene materiale ceduto o del servizio prestato e, per la parte delle componenti negative, della sommatoria di tutti i costi, diretti e indiretti, relativi alle attività connesse alla creazione, allo sviluppo, al mantenimento e/o al miglioramento del bene immateriale medesimo. In relazione alle modalità di individuazione dei costi diretti ed indiretti, si veda il successivo paragrafo 6.4.

Il valore della predetta royalty da individuare nell’ambito delle componenti positive non è esplicito, cioè determinato a seguito di una specifica contrattazione tra parti giuridicamente distinte, ma risulta “implicito” e, pertanto, da estrapolare dal prezzo di vendita del bene o del servizio ceduto a terzi.

Come chiarito nella relazione illustrativa al decreto Patent Box, il contributo economico deve essere determinato assumendo l’esistenza di un ramo d’azienda autonomo deputato alla concessione in uso dei beni immateriali allo stesso contribuente, isolando, quindi, le componenti positive (componenti positive implicite) e negative di reddito ascrivibili allo sfruttamento del bene intangibile.

Per la determinazione delle componenti positive occorre far riferimento ai ricavi che sarebbero potenzialmente realizzabili qualora gli intangibili fossero utilizzati sul mercato, alle medesime condizioni d’impiego, da soggetti terzi indipendenti.

Rientrano tra le componenti positive di reddito anche le somme ottenute come risarcimento e come restituzione dell’utile a titolo di responsabilità contrattuale o extracontrattuale, per inadempimento a contratti aventi ad oggetto i beni immateriali per i quali si esercita l’opzione e per violazione dei diritti sugli stessi.

Nella determinazione del contributo economico si fa riferimento ai dati contabili, così come rilevati nei conti economici predisposti ai fini del bilancio di esercizio redatto in base ai principi contabili di riferimento, tenendo comunque presente le eventuali successive variazioni, in aumento o in diminuzione, effettuate ai fini fiscali, in particolare ai fini IRES.

Nei casi in cui dovesse risultare più appropriato, è possibile fare riferimento, nella determinazione del contributo economico, ai dati contabili così come rilevati nella contabilità analitica o industriale, purché il contribuente sia in grado di riconciliare i dati complessivamente riscontrabili in tale contabilità con i dati complessivamente indicati ai fini civilistici, e di fornire anche una riconciliazione con eventuali successive variazioni, in aumento o in diminuzione, effettuate ai fini IRES.

Si evidenzia che in caso di utilizzo diretto dei beni immateriali oggetto di agevolazione, i criteri e metodi di determinazione del contributo economico al reddito di impresa sono stabiliti mediante l’accordo preventivo con l’Agenzia delle entrate, di cui al successivo paragrafo 8.

Con riferimento sia alle componenti positive che negative, qualora si riferiscano ad operazioni con parti correlate di cui all’articolo 110 comma 7 del TUIR, il contribuente, al fine di avere certezza in relazione al valore normale delle predette componenti, può attivare le procedure ordinarie di accordo preventivo ai sensi dell’articolo 31-ter del d.p.r. del 29 settembre 1973.

6.2 Determinazione del reddito agevolabile in caso di utilizzo indiretto

Il reddito agevolabile derivante dalla concessione in uso del bene immateriale è determinato dai relativi canoni diminuito dei costi, diretti ed indiretti, fiscalmente riconosciuti ad essi connessi di competenza del periodo d’imposta.

Tra i componenti positivi di reddito da considerare nel computo, oltre ai canoni derivanti dalla concessione in uso del bene, rientrano anche le somme ottenute come risarcimento e come restituzione dell’utile a titolo di responsabilità contrattuale o extracontrattuale, per inadempimento a contratti aventi ad oggetto i beni immateriali per i quali si esercita l’opzione e per violazione dei diritti sugli stessi. Nella tipologia di utilizzo indiretto di beni immateriali rientrano sia la concessione del diritto all’utilizzo di tali beni a parti correlate (nazionali e estere) che la concessione in uso a terze parti indipendenti (nazionali e estere).

Si evidenzia che in caso di utilizzo indiretto dei beni immateriali oggetto di agevolazione, i criteri e metodi di determinazione del reddito agevolabile, derivante dalla concessione del diritto all’utilizzo di tali beni a parti correlate (nazionali ed estere), possono essere stabiliti mediante l’accordo preventivo con l’Agenzia delle entrate, di cui al successivo paragrafo 8.

Qualora, invece, il reddito agevolabile derivi dalla concessione in uso dei beni immateriali a terze parti indipendenti, non è possibile attivare la procedura di accordo preventivo con l’Agenzia delle entrate di cui al successivo paragrafo 8.

Nel caso di concessione del diritto all’utilizzo del bene immateriale a parti correlate estere, nell’ambito di operazioni di cui all’articolo 110, comma 7, del TUIR, il contribuente può attivare le procedure ordinarie di accordo preventivo ai sensi dell’articolo 31-ter del d.p.r. 29 settembre 1973, n. 600, in relazione alle componenti, sia positive che negative, connesse alle predette operazioni;

l’attivazione di tali procedure ordinarie è finalizzata ad acquisire certezza in relazione al valore normale delle predette componenti positive e/o negative.
Nel caso di concessione del diritto all’utilizzo del bene immateriale a parti correlate nazionali, resta fermo il potere dell’amministrazione finanziaria di effettuare le ordinarie valutazioni in merito all’eventuale antieconomicità delle operazioni stesse.

Anche nella determinazione del reddito agevolabile in caso di utilizzo indiretto è importante distinguere i costi diretti da quelli indiretti, come chiarito nel paragrafo 6.4.

6.3 Determinazione del reddito agevolabile in caso di plusvalenze da cessione

I soggetti che esercitano l’opzione per il regime agevolativo in commento hanno diritto ad un trattamento di favore anche in caso di cessione del bene immateriale.

Le plusvalenze derivanti dalla cessione dei beni immateriali indicati nell’articolo 6 del decreto Patent Box non concorrono, infatti, alla formazione del reddito complessivo in quanto escluse, a condizione che almeno il 90 per cento del corrispettivo derivante dalla cessione sia reinvestito in attività di ricerca e sviluppo finalizzate allo sviluppo, mantenimento e accrescimento di altri beni immateriali indicati nel medesimo articolo 6.

La plusvalenze in commento costituiscono anch’esse reddito agevolabile, motivo per cui, in conformità a quanto previsto per il reddito agevolabile derivante ordinariamente dallo sfruttamento diretto o indiretto del bene immateriale, si ritiene che la relativa variazione in diminuzione debba essere calcolata con le medesime modalità previste per l’ordinario reddito agevolabile.

In pratica, dal prodotto tra la plusvalenza ed il nexus ratio scaturirà la quota di reddito agevolabile che non concorrerà alla formazione del reddito complessivo in quanto esclusa nei limiti del 50 per cento (30 o 40 per cento per le annualità 2015 e 2016).

Come precisato dall’articolo 10 del decreto attuativo, le attività di ricerca e sviluppo in cui deve essere reinvestito almeno il 90 per cento del corrispettivo possono essere svolte:

  • a) direttamente dal soggetto beneficiario dell’agevolazione;
  • b) mediante contratti di ricerca stipulati con università o enti di ricerca e organismi equiparati;
  • c) mediante contratti di ricerca stipulati con società, anche start up innovative, che non appartengono al gruppo societario del soggetto beneficiario dell’agevolazione;
  • d) mediante contratti di ricerca stipulati con società, anche start up innovative, che appartengono al gruppo societario del soggetto beneficiario dell’agevolazione, le quali si siano limitate a fare svolgere le attività di ricerca e sviluppo dai soggetti indicati alle lettere sub b)

Al riguardo, l’espressione “altri beni immateriali” utilizzata dal legislatore induce a ritenere che il reinvestimento in attività di ricerca e sviluppo deve avere ad oggetto beni immateriali diversi da quelli già posseduti dal soggetto beneficiario al momento del realizzo della plusvalenza.

Non rientrano tra le ipotesi di reinvestimento che consentono di beneficiare della esclusione da tassazione della plusvalenza le ipotesi di acquisto di altri beni immateriali; le somme impiegate in siffatti acquisti non vengono, quindi, conteggiate nel calcolo del 90 per cento di reinvestimento del corrispettivo di cessione, imposto dalla norma in commento.

Tale obbligo di reinvestimento – che, come chiarito dalla relazione illustrativa al decreto, prescinde dalle condizioni finanziarie relative alla tempistica del pagamento – deve essere assolto prima della chiusura del secondo periodo di imposta successivo a quello nel quale si è verificata la cessione.

L’individuazione del periodo di imposta in cui si considera realizzata la plusvalenza e di quello in cui si considera assolto l’obbligo di reinvestimento deve essere effettuata applicando gli ordinari criteri di competenza utilizzati nella determinazione del reddito di impresa del beneficiario dell’agevolazione, prescindendo, come indicato dalla relazione illustrativa, dalle condizioni finanziarie relative alla tempistica dei pagamenti.

Se l’obbligo di reinvestimento non viene rispettato, il reddito del secondo periodo di imposta successivo a quello in cui è stata effettuata la cessione deve essere aumentato di un importo pari alla plusvalenza esclusa da tassazione. In altri termini, come precisato dalla relazione illustrativa al decreto Patent Box, il recupero a tassazione avviene nella dichiarazione dei redditi relativa al secondo periodo di imposta successivo a quello in cui si verifica la cessione, mediante una variazione in aumento pari all’importo della plusvalenza che non ha concorso alla formazione del reddito imponibile nel periodo di imposta di realizzazione.

Va da sé che la plusvalenza che non concorre alla formazione del reddito e che deve, eventualmente, essere recuperata è assunta nella misura fiscalmente rilevante; le aliquote applicabili sono quelle vigenti nei periodi di imposta in cui avviene, rispettivamente, la esclusione dalla formazione del reddito o il recupero a tassazione.

Rientrano nella previsione della norma in commento sia le plusvalenze realizzate nell’ambito di cessioni di beni immateriali a parti correlate (nazionali o estere) che le plusvalenze realizzate a seguito di cessione di beni immateriali a terze parti indipendenti.

Si evidenzia che in caso di plusvalenze realizzate nell’ambito di cessioni di beni immateriali a parti correlate (nazionali o estere), i criteri e metodi di determinazione del prezzo di cessione e della conseguente plusvalenza possono essere stabiliti mediante l’accordo preventivo con l’Agenzia delle entrate, di cui al successivo paragrafo 8.

Qualora, invece, le plusvalenze siano realizzate a seguito di cessione di beni immateriali a terze parti indipendenti, non è possibile attivare la procedura di accordo preventivo con l’Agenzia delle entrate di cui al paragrafo

Nel caso di plusvalenze derivanti da operazioni di cessioni di beni immateriali a parti correlate estere, nell’ambito di operazioni di cui all’articolo 110 comma 7 del TUIR, il contribuente può attivare le procedure ordinarie di accordo preventivo ai sensi dell’articolo 31-ter del d.p.r. del 29 settembre 1973; l’attivazione di tali procedure ordinarie è finalizzata ad acquisire certezza in relazione al valore normale delle componenti positive e negative che hanno dato luogo alle predette plusvalenze.

Nel caso di plusvalenze realizzate nell’ambito di operazioni di cessione del bene immateriale a parti correlate nazionali, resta fermo il potere dell’amministrazione finanziaria di effettuare le ordinarie valutazioni in merito all’eventuale antieconomicità delle operazioni stesse.

6.4 La determinazione dei costi diretti ed indiretti

Dall’ammontare dei componenti positivi impliciti in caso di utilizzo diretto o dai canoni di concessione in uso in caso di utilizzo indiretto è necessario sottrarre i componenti negativi connessi ai predetti componenti positivi.

Il reddito agevolabile sarà costituito dai componenti positivi diminuiti dei costi fiscalmente rilevanti diretti e indiretti a essi connessi.

Per costi diretti si intendono tutti i costi imputabili in maniera certa ed univoca al “costo di produzione” del singolo IP. Ci si riferisce a beni o risorse di produzione direttamente attribuibili al processo di ricerca e sviluppo. Si tratta di costi che hanno una relazione specifica con l’IP considerato (naturalmente correlabili).

Sono, invece, “indiretti” quei costi imputabili all’IP secondo criteri di comunanza ovvero indirettamente mediante un processo di ripartizione.

Per questa tipologia di costi manca una relazione specifica con l’IP considerato. Si tratta di quei costi che risultano comuni a più beni immateriali quali i costi di tipo amministrativo, utilizzo di attrezzature o macchinari condiviso da altre commesse, le spese relative agli immobili, ecc.

Per individuare tali costi si ritiene necessario far scaturire gli stessi da una ripartizione che faccia riferimento alle cause da cui originano. Generalmente, le metodologie di ripartizione più adoperate nella prassi fanno riferimento alle ordinarie modalità di allocazione e ripartizione dei costi impiegate nelle tecniche di contabilità industriale (ad esempio basate sul costo, sul capitale impiegato, sul fatturato, sull’organico, ecc.)

Resta fermo che, in termini quantitativi, i costi rilevanti ai fini della determinazione del reddito agevolabile di un determinato periodo d’imposta sono pari a quelli fiscalmente deducibili nel medesimo periodo d’imposta in base alle disposizioni del TUIR.

In altri termini, in sede di determinazione del reddito agevolabile, una volta identificati i costi diretti e indiretti riferibili all’IP, sarà necessario valutarne la rilevanza fiscale (in termini, ad esempio, di inerenza e di quantificazione), in base alle ordinarie disposizioni del TUIR.

Non esitare a contattarci per avere maggiori informazioni in merito al Patent Box a tutte le agevolazioni fiscali connesse.

Presto apertura del bando per agevolare l’ammodernamento dei processi organizzativi gestionali e la trasformazione tecnologica e digitale 4.0. In Partenza il Voucher Innovation Manager.

Buone notizie per tutte le PMI Lombarde. Con il Decreto pubblicato in data 29 Luglio son stati sbloccati i voucher per gli innovation manager, ma sarà necessario un successivo provvedimento per definire modalità e termini per la presentazione delle domande di iscrizione all’elenco dei manager qualificati e delle società di consulenza abilitati.

Per questo, oltre a leggere con attenzione quanto segue vi invitiamo a iscrivervi alla nostra newsletter per restare sempre aggiornati sulle successive comunicazioni da parte degli organi di competenza.

Noi di IBS Consulting cercheremo di comunicare quanto prima possibile ogni aggiornamento a riguardo del Voucher Innovation Manager. Andiamo a vedere nel dettaglio questa importante novità.

In data 29 luglio è stato pubblicato il decreto attuativo del Ministro dello Sviluppo Economico che istituisce l’Albo dei cosiddetti Innovation Manager. Nel medesimo decreto il M.I.S.E. indica le modalità di registrazione con cui le Società ed i Professionisti potranno iscriversi e qualificarsi come consulenti specializzati nell’erogare i servizi previsti nel Piano 4.0, di seguito descritti.

Le Piccole e Medie Imprese successivamente alla data di completamento della lista degli Innovation Manager, ossia il 25 ottobre 2019, potranno scegliere tra questi l’esperto competente a cui affidare un incarico consulenziale di durata non inferiore a 9 mesi e presentare domanda al M.I.S.E. per agevolare i relativi costi.

Nei prossimi giorni è attesa la pubblicazione del provvedimento contenete le indicazioni alle imprese per presentare le domande di contributo.

Nel frattempo, ricordiamo l’entità dell’agevolazione e gli interventi di spesa ammissibili secondo le tematiche e tecnologie più rilevanti del Piano d’Impresa 4.0.

Il contributo, sotto forma di voucher, è pari

  • al 50% dei costi sostenuti ed entro il limite massimo di 40.000 euro per le micro e piccole imprese,
  • al 30%dei costi sostenuti ed entro il limite massimo di 25.000 euro per le medie imprese,
  • al 50%dei costi sostenuti ed entro il limite massimo di 80.000 euro per reti di impresa.

Gli incarichi e le consulenze agevolate potranno supportare i processi di ammodernamento degli assetti gestionali e organizzativi attraverso:

  • l’applicazione di nuovi metodi organizzativi nelle pratiche commerciali, nelle strategie di gestione aziendale, nell’organizzazione del luogo di lavoro, a condizione che comportino un significativo processo di innovazione organizzativa dell’impresa;

così come le consulenze specialistiche potranno sostenere il miglioramento di processi più specifici di trasformazione tecnologica e digitale quali:

  • big data e analisi dei dati;
  • internet delle cose e delle macchine;
  • integrazione e sviluppo digitale dei processi aziendali;
  • programmi di open innovation;
  • integrazione delle tecnologie della Next Production Revolution (NPR) nei processi aziendali, anche e con particolare riguardo alle produzioni di natura tradizionale;
  • cloud, fog e quantum computing;
  • programmi di digital marketing, quali processi trasformativi e abilitanti per l’innovazione di tutti i processi di valorizzazione di marchi e segni distintivi (c.d. “branding”) e sviluppo commerciale verso mercati;
  • cyber security;
  • simulazione e sistemi cyber-fisici;
  • prototipazione rapida;
  • sistemi di visualizzazione, realtà virtuale (RV) e realtà aumentata (RA);
  • robotica avanzata e collaborativa;
  • interfaccia uomo-macchina;
  • manifattura additiva e stampa tridimensionale.

Una grande opportunità per tutte le aziende che hanno un occhio puntato verso la digitalizzazione e l’impresa 4.0, IBS Consulting vuole esservi d’aiuto per raggiungere i vostri obiettivi, per questo i nostri consulenti sono a vostra disposizione per incontri e per rispondere a tutte le vostre domande.

Fissa il tuo incontro compilando il form di contatto sottostante. Sarà un piacere ascoltare i vostri dubbi per offrire valide risposte e soluzioni.

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La Commissione presenta l’ultima tranche di Horizon 2020

La Commissione Europea ha annunciato il 2 luglio il piano di bilancio per l’ultimo anno di attività di Horizon 2020.

Nel corso del prossimo anno la Commissione, stanziando 11 miliardi di euro in fondi europei, cercherà di ottenere un maggiore impatto dei suoi finanziamenti alla ricerca concentrandosi su un minor numero di temi.

Saranno considerati fondamentali temi come:

  • il cambiamento climatico,
  • l’energia pulita,
  • la riduzione della diffusione delle plastiche monouso,
  • la sicurezza informatica
  • l’economia digitale.

Sarà inoltre orientata a plasmare il futuro panorama della ricerca e dell’innovazione preparando la strada per Horizon Europe, il prossimo programma quadro per il periodo 2021-2027.

Una novità importante nell’ambito di Horizon Europe sarà il Consiglio europeo dell’innovazione (EIC) – uno sportello unico per il finanziamento dell’innovazione per trasformare la scienza in nuove imprese e accelerare lo sviluppo delle imprese.

Quest’ultimo programma di lavoro rafforza anche la cooperazione internazionale in materia di ricerca e innovazione: nel 2020 saranno investiti oltre 550 milioni di euro in iniziative faro di cooperazione in settori di reciproco vantaggio, con paesi come Cina, India e Canada.

Secondo il Commissario europeo per la ricerca, la scienza e l’innovazione, Carlos Moedas, “per ogni 100€ che investiamo attraverso Horizon 2020, prevediamo di aggiungere 850€ al nostro PIL entro il 2030, creando milioni di posti di lavoro per gli europei.

Per questo motivo abbiamo proposto 100 miliardi di euro per il prossimo programma Horizon Europe, per rafforzare la competitività, le capacità di innovazione e l’eccellenza scientifica dell’UE”.

Horizon, le priorita’ di investimento per il 2020

Nel dettaglio, 206 milioni di euro saranno investiti per trasformare settori tradizionalmente ad alto impatto energetico in industrie più competitive e a basse emissioni, mentre 132 milioni verranno utilizzati per supportare lo sviluppo della prossima generazione di batterie. In arrivo anche 10 nuovi topic sul tema della plastica, per un totale di 135 milioni di euro.

Per l’intelligenza artificiale, invece, il Collegio dei commissari ha stanziato 396 milioni di euro, mentre per la cybersicurezza sono disponibili 116 milioni di euro.

Horizon 2020 continuerà poi a supportare le imprese che vogliono investire in progetti innovativi grazie all’European Innovation Council (EIC), attualmente in fase pilota. L’EIC diventerà pienamente operativo nell’ambito del prossimo programma quadro UE per la ricerca e l’innovazione, Horizon Europe

Se vuoi avere maggiori dettagli e informazioni in merito al progetto Horizon 2020 continua a leggere il nostro sito e richiedi un incontro con un nostro esperto in Finanza Agevolata, Fondi Europei e Agevolazioni al Credito per Piccole e Medie imprese.

IBS Consulting è a vostra completa disposizione.

[contact-form-7 id=”208″ title=”Contatti”]

Buone notizie per tutti gli imprenditori Lombardi che operano all’interno di Piccole e Medie Industrie e che svolgono attività atte a promuovere progetti di ricerca e sviluppo finalizzati all’innovazione.

Questo è l’obiettivo e lo scopo di FRIM FESR 2020, vediamo meglio nel dettaglio di cosa si tratta.

Soggetti Beneficiari

Possono acceder a questo bando:

  • PMI, avente sede operativa in Lombardia o che intendano costituirla entro e non oltre la stipula del finanziamento;
  • Liberi professionisti in forma singola anche per conto di uno studio associato nel limite massimo di un professionista per studio.

Sono escluse le imprese con codice ateco 2007 primario sez. A e sez. H div.49,50,51 e 53  

Interventi ammissibili

Sono ammissibili progetti che comportino attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e innovazione a favore delle PMI Ciascun progetto deve:

  • Fare riferimento ad una delle Macro-tematiche S3: aerospazio, agroalimentare, eco-industria, industrie creative e culturali, industria della salute, manifatturiero avanzato.
  • Essere finalizzato all’introduzione di innovazione di prodotto e/o processo Essere realizzato in sedi operative localizzate in Lombardia

Investimento minimo 100.000 € della durata massima di 18 mesi dal decreto di concessione con eventuale proroga di 6 mesi

Agevolazioni e spese sostenibili

Finanziamento a tasso fisso allo 0,5 % di durata dai 3 a 7 anni, di cui massimo 2 di preammortamento con rate semestrali a copertura sino al 100% dell’investimento

Potranno essere sostenute spese del seguente tipo:

  • Spese di personale relative a ricercatori, tecnici e altro personale ausiliario fino al 50% del totale delle spese ammissibili;
  • Quote di ammortamento macchinari e attrezzature;
  • Costi della ricerca contrattuale, competenze tecniche e dei brevetti;
  • Materie prime fino al 10% del totale spese;
  • Spese generali fino al 15% delle spese di personale.

Come si può accedere? Con quali tempistiche?

Si può accedere al bando FRIM FESR 2020 attraverso la procedura valutativa a sportello a partire dalle 12.00 del 6 giugno2019 fino ad esaurimento delle risorse.

L’iter della domanda prevede:

  • Presentazione a cura delle imprese interessate della richiesta di contributo sul sito https://www.bandi.servizirl.it
  • Istruttoria formale (30 gg dal protocollo)
  • Valutazione di merito tecnico e successiva valutazione di merito economico finanziario (90 gg dalle fase precedente).

L’iter si conclude entro il termine massimo di 120 gg dalla presentazione della domanda . Ovviamente IBS Consulting può aiutarti e seguirti passo per passo al conseguimento del bando.

Per maggiori informazioni, dettagli potete sempre contattarci e organizzare un incontro con un nostro esperto.