Questa tipologia di finanziamento prende anche il nome di finanziamenti in pool e significa che ad erogare il capitale sono dei “consorzi o gruppi di banche o intermediari finanziari” che in questo modo si spartiscono rischi e sforzi di finanziamento.

Si tratta quindi di un’iniziativa a sostegno delle imprese lombarde che dovranno realizzare programmi di investimento dall’elevato fabbisogno finanziario e prevede la partecipazione di Finlombarda S.p.A.

Per questa particolare iniziativa Finlombarda S.p.A mette a disposizione 100 milioni di euro, è rivolta ad Imprese con un organico fino a 3mila dipendenti (Pmi e Midcap) attive, in qualunque forma costituite e con sede legale e/o operativa in Lombardia.

Saranno finanziati costi del piano d’investimenti (capex), costi della gestione operativa (opex) e rifinanziamento del debito esistente.

Importante sottolineare che la quota massima per progetto sarà di 15 milioni di euro e potrà essere finanziamento a medio – lungo termine, amortizing, balloon o bullet o un finanziamento revolving.

 

Per qualsiasi informazione in più sul come richiedere la partecipazione di Finlombarda S.p.A al pool di finanziatori o altre delucidazioni generali contattateci!

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Due documenti recentemente pubblicati da Cerved aiutano a fare chiarezza sullo stato di salute delle imprese italiane e a mettere a fuoco con precisione la posizione delle aziende lombarde all’interno del panorama del credito italiano. 

Credito: lo stato di salute delle imprese lombarde

Dal primo, “Credito e rischio delle imprese – La Lombardia a confronto con Emilia Romagna, Veneto e Piemonte”, realizzato da Cerved in collaborazione con Assolombarda, emergono dati contrastanti sullo stato di salute del sistema del credito lombardo. Da una parte, notizia positiva, il report sottolinea un importante calo delle stock di sofferenze, ma evidenzia al contempo un deciso aumento delle società a rischio default. Elaborando i dati di Banca d’Italia, l’osservatorio sottolinea (ed è il dato principale che emerge dal report) un effetto di polarizzazione: sono state le imprese di una certa dimensione a beneficiare dell’aumento dei crediti concessi alle imprese lombarde, che ammontano in totale a 222 miliardi di euro nel 2017. Non sembra migliorare, invece, il credit crunch per le piccole imprese, che a fine 2017 subisce un’ulteriore contrazione dell’1,7%. Si tratta di una tendenza che, purtroppo, non riguarda solo le piccole medie imprese, ma anche le aziende del settore delle costruzioni, per cui il calo è addirittura del 5%.

Le luci e le ombre del rapporto proseguono se si analizzano le valutazioni del rischio prospettico, effettuate attraverso il Cerved Group Score. Dall’analisi emerge infatti che le imprese lombarde che hanno effettuato un upgrade, migliorando almeno una classe del proprio profilo di rischio, hanno superato quelle che hanno subito un downgrade. Del resto il movimento ha polarizzato il panorama, aumentando la concentrazione delle classi estreme: è aumentato sia il numero delle imprese con profili solidi che la percentuale delle imprese più rischiose, a più alta probabilità di insolvenza.

Rischio di Credito: la polarizzazione della situazione italiana

Questi dati sono, e per certi versi non è una notizia positiva, in linea con l’ultimo report di Up & Down, l’osservatorio di Cerved sull’evoluzione del rischio di credito delle imprese italiane. Anche questo report mostra infatti un effetto di polarizzazione e un aumento della concertazione delle imprese agli estremi: diminuiscono le aziende posizionate nell’area(intermedia) di vulnerabilità, ma aumenta la concentrazione ai poli, con una crescita sia dell’area di rischio (dal 13,8 % al 16,8% sia dell’area di sicurezza (dal 13,5% al 14,5%). 

Anche in questo caso, il dato negativo si concentra soprattutto attorno alle micro-imprese, che non hanno beneficiato degli effetti positivi della riduzione del rischio del sistema finanziario ed hanno, al contrario, visto ridursi il sostegno del credito. 

È dunque tra le piccole e micro-imprese che si concentrano le difficoltà finanziarie ed è più alto il rischio di default. Sebbene lo stato di salute del sistema finanziario italiano sia migliorato e le sofferenze si siano complessivamente ridotte, questo miglioramento ha riguardato soprattutto le aziende più grandi e già più solide.

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