La digitalizzazione dell’industria

Maggiore cooperazione tra fabbriche del futuro e big data

Si è recentemente tenuto il forum degli stakeholder Digitsing European Industry. L’evento, che si svolge su base annuale, è stato co-organizzato per questa edizione dalla Commissione Europea e dal Ministero Francese dell’Economia e delle Finanze e ha costituito un momento di incontro per tutti i portatori di interesse nei processi e nelle strategie di digitalizzazione dell’industria.

Gli argomenti affrontati

Le discussioni durante l’evento hanno toccato diversi aspetti relativi ai centri di innovazione digitale, ai partenariati pubblico-privato, agli strumenti di finanziamento per la digitalizzazione, alle competenze digitali e alla diffusione delle piattaforme industriali digitali.

Il forum ha rappresentato peraltro un momento di scambio di buone pratiche e confronto tra progetti ed attività portate avanti nell’ambito dell’iniziativa della Commissione europea Digitising European Industry.

Le strategie europee di digitalizzazione dell’industria

Durante il forum, l’Associazione europea per la ricerca sulle fabbriche del futuro (EFFRA) e l’Associazione Big Data Value (BDVA) hanno convenuto di intensificare i rapporti di collaborazione tra i due ambiti firmando un memorandum di cooperazione.

Fin dal suo avvio, la partnership pubblico-privato Fabbriche del futuro si è adoperata per far progredire la digitalizzazione nel settore manifatturiero e nei processi produttivi come componente fondamentale delle sue attività globali di trasformazione delle tecnologie di produzione.

In parallelo con l’avanzare del processo di digitalizzazione della produzione, l’utilizzo dei dati ha acquisito sempre maggiore importanza e sono aumentati i punti di interesse comune e di interscambio tra le due aree tematiche a cui EFFRA e BDVA fanno riferimento.

Il memorandum di cooperazione tra EFFRA E BDVA

Il memorandum afferma che le due associazioni collaboreranno strettamente:

  • Contribuendo all’implementazione dell’agenda digitale dell’Ue mediante la redazione e la realizzazione di documenti strategici, roadmap, progetti pilota e attività correlate;
  • Identificando percorsi di sviluppo dall’attuale stato di avanzamento del sistema industriale verso la visione delineata delle fabbriche del futuro;
  • Condividendo e diffondendo buone pratiche e approcci tra i progetti implementati;
  • Sostenendo congiuntamente manifestazioni sulla cooperazione industriale nell’economia digitale e sulle infrastrutture digitali della prossima generazione;
  • Massimizzando lo sfruttamento dei risultati dei progetti implementati e portati a termine.

Per ulteriori informazioni, vi invitiamo a consultare il sito dell’iniziativa europea Digitising European Industry e il testo del memorandum.

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Cambio di rotta per lo strumento Innovalombardia

Linea Innovazione di Regione Lombardia: i contributi a corredo del finanziamento diventano in conto capitale

Con questa novità, divulgata martedì 10 Aprile, Regione Lombardia intende contribuire direttamente alle spese sostenute dalle imprese per la realizzazione degli investimenti oggetto dell’agevolazione con un contributo quantificato sulla base del finanziamento concesso nella misura massima di 250 punti base.

Chi sono i soggetti beneficiari?

Le PMI e le Mid Cap lombarde (imprese con un organico inferiore a 3.000 dipendenti) già costituite e iscritte al Registro delle Imprese da almeno 24 mesi alla data di presentazione della domanda.

Cosa finanzia?

Due le misure previste che ammettono progetti coerenti alla Strategia di Specializzazione Intelligente regionale:

Sottomisura Prodotto

Finanzia i progetti di industrializzazione di un progetto di R&S finalizzato al miglioramento di un prodotto esistente (es. caratteristiche tecniche, componenti, materiali, software incorporati, facilità d’uso o altre caratteristiche funzionali) o alla realizzazione di un nuovo prodotto.

Sottomisura Processo

Finanzia i progetti finalizzati all’innovazione di processo attraverso l’introduzione di un metodo di produzione/distribuzione nuovo o sensibilmente migliorato.

Qual è il beneficio concesso?

L’agevolazione consiste in un:

A- Finanziamento

Importo: tra un minimo di € 300.000 e un massimo di € 7.000.000;

Copertura: fino al 100% delle spese sostenute;

Tasso di interesse: pari alla media ponderata dei tassi applicati alle risorse finanziarie messe a disposizione da Finlombarda e dagli intermediari convenzionati;

Durata: tra un minimo di 3 anni e un massimo di 7 anni incluso l’eventuale preammortamento;

Modalità di erogazione: tra il 20% e il 70% alla sottoscrizione del contratto di finanziamento. La restante quota a saldo a conclusione del progetto.

B- Contributo in conto capitale

Compatibilmente con il regime di aiuto applicato, fino ad un massimo di 250 punti base e comunque in misura tale da non superare il tasso definito per il finanziamento sottostante.

Da quando potrà essere presentata la domanda?

Attualmente lo sportello è aperto e le domande potranno essere presentate sino ad esaurimento delle risorse e comunque non oltre le 12.00 del 31 dicembre 2019.

Come sono valutate le domande?

Per entrambe le misure è prevista una procedura valutativa a sportello.

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Lavoro: evitare la disoccupazione tecnologica

Dopo una rapida panoramica sulle misure agevolative rivolte alle imprese che investono in chiave 4.0, cerchiamo ora di capire come funzionerà il credito d’imposta su lavoro e formazione, tassello fondamentale per far sì che il Piano Impresa diventi pienamente operativo coinvolgendo il lavoratore ed evitando il rischio di disoccupazione tecnologica a cui è potenzialmente esposto.

Formazione 4.0

Gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità

Se è vero infatti che le aziende italiane hanno largamente investito in beni materiali e sistemi informatici (lo ha ricordato il Ministro Calenda a Torino durante la presentazione dei risultati 2017 del Piano), altrettanto non è stato fatto nella formazione dei lavoratori per i quali emerge il serio rischio di essere espulsi dal mercato del lavoro se privi di competenze adeguate.

Come evitarlo?

Con l’imminente approvazione del decreto attuativo formazione, la valorizzazione del capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione permetterà alle aziende di risparmiare il 40% dei costi sostenuti per l’acquisizione o il consolidamento delle competenze nelle tecnologie previste dal Piano Impresa 4.0, mediante la fruizione di un bonus fiscale automatico di importo massimo annuo di 300.000 euro.

In che modo?

Le aziende che avranno investito, nel corso dell’anno, in formazione del proprio personale dipendente impiegato nei processi di digitalizzazione, potranno fruire del credito d’imposta per le spese relative sostenute.

Chi saranno i beneficiari?

Tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico in cui operano e dal regime contabile adottato.

Quali saranno le spese finanziabili?

Solamente quelle relative ad attività di formazione svolte per acquisire o consolidare le conoscenze delle tecnologie previste dal Piano nazionale Industria 4.0 quali:

  • big data e analisi dei dati;
  • cloud e fog computing;
  • cyber security;
  • sistemi cyber-fisici;
  • prototipazione rapida;
  • sistemi di visualizzazione e realtà aumentata;
  • robotica avanzata e collaborativa;
  • interfaccia uomo macchina;
  • manifattura additiva;
  • internet delle cose e delle macchine;
  • integrazione digitale dei processi aziendali.

In che misura?

Il credito d’imposta fruibile sarà attribuito nella misura del 40%, sino ad un importo massimo annuale di 300.000 €, delle spese relative al solo costo aziendale del personale dipendente per il periodo in cui viene occupato in attività di formazione.

L’incentivo sarà automatico?

Sì, ne è prevista la fruibilità automatica. Per la sua operabilità, tuttavia si è in attesa del decreto attuativo.

Per quante annualità?

Attualmente lo stanziamento previsto è a copertura della sola annualità 2018.

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4,7 miliardi di euro nei biocarburanti avanzati

È stato approvato dalla Commissione europea un regime di sostegno pubblico da 4,7 miliardi di euro per l’Italia al fine di incentivare lo sviluppo della produzione e della distribuzione di biocarburanti avanzati, di seconda e terza generazione e in particolare di biometano.

Quali sono gli obiettivi dell’accordo?

Il regime contribuirà al raggiungimento degli obiettivi dell’Ue in materia di energia e cambiamento climatico, supportando la transizione dell’Italia verso l’utilizzo di combustibili più rispettosi dell’ambiente.

La direttiva sulle energie rinnovabili chiede ai paesi membri dell’UE che, entro il 2020, almeno il 10% dell’energia consumata nel settore trasporti provenga da fonti rinnovabili.

L’accordo adottato è stato formulato in linea con la disciplina della Commissione europea in materia di concorrenza e aiuti di stato a favore dell’ambiente e dell’energia e sarà operativo nel periodo 2018-2022.

Che tipo di incentivi sono previsti?

Come è noto la produzione di biocarburanti e biometano avanzati ha costi di gran lunga maggiori rispetto a quella dei combustibili fossili.

Grazie al regime approvato dalla Commissione Europea, i produttori di biocarburanti riceveranno un sostegno per compensare i maggiori costi di produzione e per poter competere con i combustibili fossili nel settore dei trasporti.

Ulteriori incentivi saranno presto erogati ai produttori che decideranno di investire nel miglioramento della distribuzione e della liquefazione del biometano avanzato.

Gli agricoltori saranno inoltre agevolati nella produzione di biocarburanti da residui delle attività di settore per alimentare macchinari e veicoli agricoli.

Per maggiori dettagli vi invitiamo a consultare il comunicato stampa disponibile nel sito della Commissione Europea.

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Venerdì scorso abbiamo parlato delle origini del Piano Nazionale Impresa 4.0 e di ciò che l’Italia ha messo in atto per renderlo pienamente operativo. In questo secondo articolo esamineremo le misure agevolative di maggior appeal per le aziende italiane rimandando al prossimo approfondimento l’affondo sul tema Lavoro 4.0.

Dopo un 2017 chiusosi con un saldo positivo nell’utilizzo, da parte delle imprese, degli incentivi governativi volti a favorire il processo di trasformazione del sistema Paese in un’ottica di crescita competitiva e innovazione tecnologica, la legge di Bilancio 2018 ha arricchito il paniere a disposizione degli imprenditori introducendo incentivi e strumenti volti a salvaguardare il capitale umano e la forza lavoro.

Super e Iper ammortamento: investire per crescere

Prorogate le maggiorazioni per gli investimenti in beni materiali strumentali nuovi: in caso di Superammortamento l’incremento d’aliquota scende al 30% del costo fiscale del bene e le date slittano al 31 dicembre 2018, ovvero al 30 giugno 2019, a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Nel caso dell’Iperammortamento, che ricordiamo premia l’industria in chiave 4.0, viene confermata la maxi maggiorazione del costo deducibile al 150% e i termini slittano al 31 dicembre 2018, ovvero al 31 dicembre 2019, a condizione che entro il 31 dicembre 2018 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.

Inoltre, per i soggetti che beneficiano dell’Iperammortamento, nel caso di investimenti in beni immateriali strumentali, si applica la maggiorazione del 40%.

Nuova Sabatini: credito all’innovazione

Stanziati 330 milioni di euro per il quinquennio 2018-2023, a favore della misura che permette alle aziende di fruire di un contributo a fondo perduto in conto impianti, che può variare dal 2,75% al 3,575% annuo -a seconda che si tratti di investimenti ordinari o investimenti in tecnologie digitali e sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti-, calcolato sul valore del cespite a fronte di investimenti in macchinari e attrezzature.

Fondo di Garanzia: l’intervento statale a supporto di PMI e professionisti

Con questo strumento le PMI e i professionisti di ogni settore possono essere facilitati nell’accesso al credito per le operazioni finanziarie legate alla loro attività imprenditoriale grazie al rilascio, da parte del Fondo, di una garanzia statale in grado di abbattere il rischio sull’importo garantito fino a 2,5 milioni di euro.

Credito d’Imposta R&S: premiare chi investe nel futuro

È lo strumento che mira a stimolare la spesa privata in Ricerca e Sviluppo per innovare processi e prodotti al fine di garantire la competitività futura delle imprese attraverso il riconoscimento di un beneficio fiscale, utilizzabile anche in caso di perdite d’esercizio, pari al 50% su spese incrementali sostenute in Ricerca e Sviluppo e riconosciuto fino ad un massimo annuale di 20 milioni di euro sino al 2020.

Formazione 4.0: gestire il rischio di disoccupazione tecnologica e massimizzare le nuove opportunità

Con l’imminente approvazione del decreto attuativo, la valorizzazione del capitale umano impiegato nei processi di digitalizzazione permetterà alle aziende di risparmiare il 40% dei costi sostenuti per l’acquisizione o il consolidamento delle competenze nelle tecnologie previste dal Piano Impresa 4.0, mediante la fruizione di un bonus fiscale automatico di importo massimo annuo di 300.000 euro.

Patent box: per dare valore ai beni immateriali

È lo strumento che, sino al 2020, introduce un regime opzionale di tassazione agevolata – riduzione aliquote Ires e Irap sino al 50% -, per i redditi derivanti dall’utilizzo e/o dalla cessione di opere dell’ingegno, da brevetti industriali, da marchi, disegni e modelli nonché da processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite nel campo industriale, commerciale o scientifico giuridicamente tutelabili, al fine di favorire e mantenere in Italia l’investimento in attività di Ricerca e Sviluppo.

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Una banca dati a livello europeo che raccolga tutte le informazioni disponibili sui finanziamenti per le imprese tecnologiche europee e uno strumento che aiuti gli investitori a comprendere meglio la fattibilità tecnica ed economica di progetti tecnologici altamente innovativi.

Queste sono le due principali raccomandazioni del rapporto congiunto InnovFin Advisory, preparato dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e dalla Commissione europea.

L’Unione europea individua nelle tecnologie avanzate delle Key Enabling Technologies (KETs) tecnologie che contribuiscono a velocizzare l’innovazione e ad affrontare sfide di portata e importanza globali.

Quali sono le problematiche dei finanziamenti alle tecnologie avanzate?

Gli investitori hanno spesso difficoltà a impegnarsi in progetti di ricerca e innovazione ad alto contenuto tecnico-scientifico e interdisciplinari. Si richiedono finanziamenti anticipati e a lungo termine, pur non avendo chiare implicazioni commerciali fin dall’inizio.

A causa della crescente complessità delle tecnologie avanzate, esiste un notevole divario di conoscenza tra gli innovatori e gli investitori.

Dall’altro lato, gli innovatori nelle tecnologie avanzate fanno fatica a ottenere il necessario sostegno finanziario, nonostante le iniziative pubbliche per le imprese innovative, principalmente per mancanza di informazioni e procedure di candidatura complesse.

Qual è la posizione della BEI sui finanziamenti alle tecnologie avanzate?

Ambroise Fayolle, Vice Presidente della BEI, ha affermato la necessità di avvicinare scienza, ricerca ed innovazione ai finanziamenti dichiarando la BEI pronta a contribuire a colmare questa distanza.

Il rapporto finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 mira quindi a individuare strumenti e soluzioni che supportino le start-up europee e le piccole imprese nel settore della tecnologia di avanguardia nell’accesso ai finanziamenti per crescere e competere sul mercato mondiale, in modo che i cittadini possano beneficiare di una più rapida introduzione e diffusione di tecnologie avanzate.

Per ulteriori informazioni consultare il rapporto completo disponibile sul sito della European Investment  Bank.

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Il 21 settembre dello scorso anno il Piano Nazionale Industria 4.0 (ora Impresa 4.0), ha compiuto 1 anno. Con esso sono stati numerosi gli strumenti automatici messi in campo dal Governo per permettere alle aziende di affrontare, pronte, la quarta rivoluzione industriale e favorire i processi di crescita e innovazione volti ad acquisire competitività e attrattività a livello globale.

Come ha ricordato il Ministro Calenda: “Industria 4.0 investe tutti gli aspetti del ciclo di vita delle imprese che vogliono acquisire competitività, offrendo un supporto negli investimenti, nella digitalizzazione dei processi produttivi, nella valorizzazione della produttività dei lavoratori, nella formazione di competenze adeguate e nello sviluppo di nuovi prodotti e processi”.

In questo articolo, primo di una serie di approfondimenti sull’argomento, parleremo delle origini del Piano e di quanto l’Italia stia mettendo in atto, in questi anni, per renderlo pienamente operativo.

L’espressione

L’espressione Industria 4.0 è un calco linguistico dall’inglese Industry 4.0, mutuato a sua volta dal tedesco Industrie 4.0, apparso per la prima volta alla nota fiera sulle tecnologie industriali Hannover Messe e successivamente utilizzato dal governo federale tedesco in varie occasioni per identificare i piani di investimento che miravano ad aggiornare l’industria tedesca.

Quei piani sono stati poi ripresi dai vari governi con nomi più o meno simili (Industrie du future, Smart Industry, Catapult, High Value Manufacturing, Piano Impresa 4.0 ecc), ecco perché la Germania è uno dei paesi all’avanguardia in questo processo di riconversione e aggiornamento che vede coinvolti i grandi gruppi industriali, le università e le start up innovative, tutti sotto la regia del governo federale tedesco.

In quasi tutti i paesi europei si sta assistendo a piani di riconversione e aggiornamento industriali volti a far entrare rapidamente le varie economie nazionali nella quarta rivoluzione industriale. Si tratta di piani avveniristici e molto ambiziosi, da cui dipenderà il futuro economico degli stati che ne beneficeranno.

Secondo uno studio effettuato dalla società di ricerca americana “Markets & Markets”, si stima che il valore complessivo di questa rivoluzione ammonterà a 152,31 miliardi di dollari entro il 2022, con un tasso di crescita annuale del 14,72%. Insomma, si parla di cifre molto importanti.

Piano Nazionale Impresa 4.0

In Italia Industria 4.0 è un modello di produzione e gestione aziendale dove gli elementi caratterizzanti sono connessione tra sistemi fisici e digitali, analisi complesse attraverso big data e adattamenti in tempo reale. Tutto questo è caratterizzato dall’uso di macchinari collegati al web, analisi derivanti dalla rete e la possibilità di gestire con flessibilità e razionalità il ciclo produttivo.

Uno degli obiettivi che il Ministero dello Sviluppo Economico si è posto è quello di mobilitare circa 24 miliardi di euro tra investimenti privati, spesa privata in ricerca e sviluppo e volumi di investimento: tutto entro il 2020.

Per far ciò Impresa 4.0 prevede misure basate su tre linee guida:

operare in una logica di neutralità tecnologica;
intervenire con azioni orizzontali e non verticali o settoriali;
agire su fattori abilitanti.

Articolate nelle seguenti azioni:

Iper e Super Ammortamento;
Nuova Sabatini;
Fondo di garanzia;
Credito d’imposta R&S;
Start up e PMI innovative;
Patent box;
Centri di competenza ad alta specializzazione;
Tecnologie avanzate per l’impresa;
Centri di trasferimento tecnologico;
Formazione, consulenza e servizi.

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200 milioni di euro di finanziamenti

La Commissione Europea ha messo a disposizione 200 milioni di euro di finanziamenti per progetti nei settori dell’elettricità, delle smart grids, delle reti transfrontaliere dell’anidride carbonica e delle infrastrutture del gas, nell’ambito della prima call for proposals del programma Connecting Europe Facility (CEF) energia.

Qual è il contesto del programma CEF energia?

Il CEF fornisce finanziamenti UE per progetti inerenti allo sviluppo delle infrastrutture energetiche transnazionali. I progetti dovrebbero contribuire al rafforzamento del mercato interno dell’energia dell’UE e al conseguimento degli obiettivi della politica energetica dell’UE (competitività, sicurezza dell’approvvigionamento energetico, sviluppo sostenibile, protezione dell’ambiente attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili, sviluppo di reti energetiche intelligenti e di reti per l’anidride carbonica).

Che tipo di progetti possono essere finanziati dalla call CEF energia 2018?

Le proposte devono essere designate come progetti di interesse comune (PCI), ovvero progetti essenziali per il completamento del mercato interno dell’energia dell’UE con un impatto significativo su almeno due paesi dell’UE. Essi devono inoltre stimolare la concorrenza sui mercati dell’energia, contribuire alla sicurezza energetica diversificando le fonti e al conseguimento degli obiettivi dell’UE in materia di clima ed energia mediante l’integrazione delle rinnovabili.

Quali sono i criteri di valutazione?

I progetti proposti per il CEF possono essere studi o lavori di costruzione e saranno valutati in base a: grado di maturità, dimensione transfrontaliera, esternalità positive connesse all’innovazione tecnologica, sicurezza dell’approvvigionamento, solidarietà tra paesi.

Quali sono le tempistiche della call CEF energia 2018?

Il termine per presentare proposte è il 26 aprile 2018.
I progetti presentati in risposta al presente invito saranno valutati nei prossimi mesi e i risultati saranno comunicati nell’agosto 2018. Un’altra call for proposals sarà lanciata a giugno 2018.

Per ulteriori informazioni sul work-programme del programma CEF energia 2018 e sulla call, è possibile consultare la pagina disponibile sul sito della Commissione Europea.

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Giovedì 5 aprile avrà luogo il nuovo momento di approfondimento di IBS Consulting: Finanziare Ricerca e Sviluppo. Abbiamo organizzato un doppio appuntamento per permettere a tutti gli interessati di partecipare: il primo a Milano presso la Camera di Commercio (ore 11 Sala Riunioni 2 – Via Meravigli, 7), il secondo a Brescia presso il CSMT (via Branze, 45).

In entrambi i convegni saranno presentati e discussi gli strumenti regionali, nazionali e comunitari delle politiche a sostegno della ricerca e dello sviluppo: Frim Fesr 2020, Horizon 2020, Bando Mise e Industria sostenibile, Credito d’Imposta Ricerca.

Gli eventi sono in collaborazione con la Camera di commercio di Milano MonzaBrianza Lodi, il Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza, Medio Credito Centrale e Banca Valsabbina.

Milano

Di seguito i relatori:

Introduce: Roberto Brero – Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza

Alberto Bertolotti – Ceo & Founder IBS Consulting & ACF

Pier Paolo Proietti – Direzione Interventi per lo Sviluppo Area Finanza Agevolata – Medio Credito Centrale

Gianpiero Mastinu – Ordinario di Ground Vehicle Engineering nel Politecnico di Milano, Coordinatore del Consiglio Scientifico del Cluster Tecnologico Nazionale della Mobilità Sostenibile

Daniela Battafarano – Financial Advisor IBS Consulting & ACF

Scarica qui il PDF della locandina.
Clicca qui per iscriverti all’evento di Milano.

 

Brescia

Di seguito i relatori:

Alberto Bonetti – Project Funding Manager CSMT

Alberto Bertolotti – Ceo & Founder IBS Consulting & ACF

Adolfo Bellandi – Settore crediti Banca Valsabbina

Pier Paolo Proietti – Direzione Interventi per lo Sviluppo Area Finanza Agevolata – Medio Credito Centrale

Gianpiero Mastinu – Ordinario di Ground Vehicle Engineering nel Politecnico di Milano, Coordinatore del Consiglio Scientifico del Cluster Tecnologico Nazionale della Mobilità Sostenibile

Sonia Guida – Financial Analyst IBS Consulting & ACF

Scarica qui il PDF della locandina.

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Con la legge di bilancio 2018 è prorogato sia il super sia l’iper ammortamento ovvero le misure agevolative che consentono ai titolari di reddito d’impresa con sede fiscale in Italia incluse le stabili organizzazioni di imprese residenti all’estero, indipendentemente dalla forma giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui operano e agli esercenti arti e professioni di maggiorare le quote di ammortamento in relazione all’acquisto di beni strumentali nuovi.

Il super ammortamento è stato introdotto nel 2016, mentre l’iper ammortamento nel 2017. Entrambe le misure sono volte a supportare e incentivare le imprese che investono in beni strumentali nuovi, in beni materiali e immateriali (software e sistemi IT) funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi e puntano a sostenere la trasformazione in chiave 4.0 delle imprese.

L’iper ammortamento prevede la possibilità di supervalutare del 250% gli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie acquistati o in leasing, per contro il super ammortamento dà la possibilità di super valutare del 130% gli investimenti strumentali nuovi acquistati o in leasing e del 140% degli investimenti in beni strumentali immateriali.

Novità 2018

Per quando concerne il super ammortamento la percentuale di maggiorazione del costo di acquisizione non è più del 40%, ma scende al 30%, sono inoltre esclusi dall’agevolazione gli investimenti in veicoli e in altri mezzi di trasporto.

Sono invece più sostanziose le modifiche che la legge di bilancio 2018 ha apportato all’iper ammortamento.

La principale novità è che se nel corso del periodo di fruizione della maggiorazione del costo si verifica il realizzo a titolo oneroso del bene oggetto dell’agevolazione, non viene meno la fruizione delle quote residue del beneficio, così come originariamente determinate, a condizione che, nello stesso periodo d’imposta del realizzo, l’impresa sostituisca il bene originario con un bene materiale strumentale nuovo avente caratteristiche tecnologiche analoghe o superiori a quelle previste dalla legge di bilancio 2017 e che attesti l’effettuazione dell’investimento sostitutivo, le caratteristiche del nuovo bene e il requisito dell’interconnessione attraverso una dichiarazione resa dal legale rappresentante.

Un’altra importante novità è che per le imprese beneficiarie dell’iper ammortamento 2018, le disposizioni in materia di maggiorazione del 40% si applicano anche agli investimenti in beni immateriali strumentali effettuati entro il 31 dicembre 2018 ovvero entro il 31 dicembre 2019, a condizione che, entro la data del 31 dicembre 2018, il relativo ordine risulti accettato dal venditore e sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. Sono state inoltre modificate le liste dei beni ammessi, inserendo nuove tipologie di software.

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