Il vantaggio di investire nei sistemi di controllo di gestione e creare un modello di analisi e di valore dei dati
Il Controllo di Gestione, se correttamente sviluppato e applicato in azienda, condivide i principi dell’Industria 4.0 e aiuta il processo di creazione della “fabbrica intelligente” come pensata dal legislatore ed incoraggiata attraverso varie misure agevolative che, da un paio di anni, promuovono gli investimenti produttivi, l’introduzione di strumenti di analisi ed elaborazione dati, la formazione specializzata.
“Industria 4.0” rappresenta l’opportunità per le imprese di innovarsi e crescere in un momento di grande cambiamento. La recente approvazione del decreto attuativo per la formazione 4.0 sancisce un ulteriore passo avanti per favorire nelle aziende italiane anche il processo di aggiornamento di sistemi in grado di analizzare ciò che si produce e si vende, come lo si fa, con quali risorse ed a quali costi. Le imprese di oggi, infatti, meglio sostengono la competizione globale se sono capaci di mettere in rete i cosiddetti “big data” dei processi aziendali sino ad organizzarli per comprenderne l’efficienza produttiva e i risultati economici.
Il Controllo di Gestione ed i sistemi di Contabilità Analitica Industriale rispondono a quest’ultime esigenze. Rappresentano lo strumento sia di monitoraggio sia di calcolo che permette al management di interpretare i dati e prendere delle decisioni. Entrambi forniscono quindi un prezioso strumento di governo nell’impresa al fine di reagire a mutamenti del mercato o per pianificare azioni da intraprendere nel medio-lungo periodo.
Il controllo dell’azienda pianificato con i giusti strumenti
In generale, la relazione tra l’Industria 4.0 ed i sistemi del Controllo di Gestione si sviluppa su un doppio binario: la prima fornisce la tecnologia per generare i dati necessari al monitoraggio dei processi mentre i secondi costituiscono la piattaforma per elaborare le informazioni non solo inerenti alle “prestazioni industriali” dei reparti produttivi ma anche per studiare ed integrare nell’analisi molteplici altre informazioni provenienti da fonti diverse (ad esempio le risorse umane, l’area vendite, la contabilità, l’ufficio tecnico, la manutenzione).
Spesso un’impresa investe direttamente nell’acquisizione di una applicazione software gestionale affidandosi all’intuizione propria
all’opinione di chi già l’ha sperimentata in contesti produttivi analoghi. Ne consegue, poi, che gli “informatici” devono personalizzare, in genere non senza difficoltà, le esigenze operative dell’azienda nell’ambito della configurazione standard del sistema acquistato.
Per attuare un buon Sistema di Controllo aziendale è, quindi, consigliabile impostare dapprima il progetto di analisi dei “big data” declinando in un modello informatico base i dati di interesse, le interazioni tra loro, gli obiettivi ricercati e quelli emergenti. L’avvio di questo lavoro presuppone come attività fondamentale la mappatura in dettaglio dei processi aziendali per capire come questi interagiscono tra di loro, quali siano le informazioni condivise e di interscambio, quali siano i canali di comunicazione e gli strumenti che vengono utilizzati per diffonderle e con quale cadenza temporale. Questo approccio condurrà l’imprenditore a formalizzare i suoi fabbisogni entro il quadro degli obiettivi della cosiddetta “Lean Accounting”: la misurazione delle performance, l’eliminazione delle transazioni inutili, il calcolo dei benefici finanziari, il controllo dei costi.
La contabilità analitica o industriale per il management dell’azienda
Il processo di costruzione e di analisi dei “big data” in Industria 4.0 ha un beneficio finale per l’imprenditore quando, nel nuovo progetto, il modello attribuisce ai dati quantitativi e qualitativi anche una rilevanza economica e temporale. Questi elementi consentono al management ed alla proprietà di acquisire competenze di gestione per migliorare la redditività e la marginalità dei prodotti e servizi attraverso l’ottimizzazione dei costi aziendali e la riduzione degli sprechi.
Il progresso tecnologico dal semplice foglio di calcolo per il controllo dei costi è giunto alla specializzazione dei software moderni passando attraverso tecniche e modelli man mano evoluti e conosciuti come direct costing, full costing, activity based costing. Ma anche in questo caso ogni azienda fa caso a sé ed ha peculiarità proprie che la differenziano da aziende pur simili per prodotti realizzati, attività e processi industriali, per dimensione ed organizzazione. Anche in questo caso, un modello gestionale dei dati ed un criterio di classificazione dei costi vanno studiati e creati prima, informatizzati poi. Ogni modello può non essere valido “per tutte le stagioni” o non è una ricetta universalmente valida per aziende tra loro concorrenti.
Nello sviluppare un modello informatico e scegliere una configurazione di costo occorre, quindi, tener conto degli elementi che caratterizzano il prodotto o servizio (oggetto di riferimento, natura, variabilità, …) e dei diversi fattori produttivi necessari per realizzarlo e introdurlo sul mercato. La scelta ovviamente va sempre orientata in funzione degli obiettivi che ci si aspetta dalle elaborazioni. Ma anche lo stato più o meno avanzato dell’organizzazione aziendale e della presenza, nei reparti, di strumenti di diagnostica e rilevazione dei dati (a qualsiasi livello) contribuisce a qualificare quanto il modello di calcolo del costo può essere specializzato e “raffinato” al momento della sua costruzione.
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