Il Consiglio dell’Unione europea, attualmente presieduto dal Portogallo, martedì (16 marzo) ha dato il via libera al programma Digital Europe per finanziare gli investimenti in tecnologie d’avanguardia nell’UE, in settori come l’intelligenza artificiale e la sicurezza informatica, con un budget totale di 7,6 miliardi di euro fino al 2027.
In una dichiarazione, il Consiglio – in cui sono rappresentati i governi degli stati membri dell’UE – riferisce di questa approvazione, sottolineando che “il nuovo programma Digital Europe darà impulso alla trasformazione digitale, fornendo finanziamenti per il lancio di tecnologie all’avanguardia in settori cruciali come l’intelligenza artificiale, il supercalcolo e la sicurezza informatica”.
“Con un budget considerevole di 7.588 milioni di euro, il programma durerà per il periodo 2021-2027, a partire retroattivamente dal 1° gennaio” di quest’anno, ha aggiunto.
Dopo l’approvazione di oggi in Consiglio – che è stata fatta con procedura scritta – l’adozione finale deve essere fatta dal Parlamento europeo, prima che il regolamento possa entrare in vigore il giorno della sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’UE.
Il programma finanzierà progetti in cinque aree, ciascuna con un proprio budget indicativo: calcolo ad alte prestazioni (2,2 miliardi di euro), intelligenza artificiale (2,1 miliardi di euro), cybersecurity (1,7 miliardi di euro), capacità digitali e interoperabilità (1 miliardo di euro) e competenze digitali avanzate (577 milioni di euro).
La dichiarazione del Consiglio aggiunge che il programma “sarà complementare a una serie di altri programmi che sostengono la trasformazione digitale, come Horizon Europe, che si concentra sulla ricerca e lo sviluppo tecnologico, e gli aspetti digitali della Connecting Europe Facility (CEF)“. Ricorda inoltre che, ai sensi del nuovo regolamento dell’UE sulla Recovery and Resilience Facility, i piani nazionali di recupero e resilienza degli Stati membri devono assegnare almeno il 20% delle spese alla transizione digitale per essere approvati e consentire così l’accesso ai fondi di recupero post-pandemia.