In aiuto alle aziende arrivano nuovi strumenti per poter diagnosticare in maniera precoce lo stato di difficoltà, con l’obiettivo di garantire il processo di continuità.
391 articoli e una nuova terminologia però la crisi d’impresa: il fallimento diventa liquidazione giudiziale, termine meno “grave” che assieme alle procedure di allerta sono le principali novità della riforma.
Quali le novità:
- Il termine fallimento verrà sostituito con l’espressione “liquidazione giudiziale”. In vigore già in molto altri paesi europei per evitare il discredito sociale;
- Il fine del sistema di allerta è consentire la pronta emersione dalla crisi,
- Priorità alle proposte che accompagneranno il superamento della crisi alla continuità aziendale;
- Si privilegiano, tra gli strumenti di gestione delle crisi e dell’insolvenza, le procedure alternative a quelle dell’esecuzione giudiziale;
- Semplificata la disciplina dei diversi riti speciali previsti dalle disposizioni in materia concorsuale;
- Riduzione della durata e dei costi delle procedure concorsuali;
- Il Ministero della Giustizia istituisce un albo dei soggetti destinati a svolgere funzioni di gestione o di controllo nell’ambito di procedure concorsuali, con l’indicazione dei requisiti di professionalità, esperienza e indipendenza necessari all’iscrizione;
Se da un lato la segnalazione all’organismo preposto (OCRI) dello stato di crisi è stato posticipato al 1° settembre 2021, dall’altro risulta già operativo l’obbligo da parte dell’imprenditore di dotarsi degli adeguati assetti organizzati a garanzia della continuità aziendale e quindi il monitoraggio di questi aspetti.